Bianco di Moneta

I.g.t. Costa Toscana bianco (fino al 2019)

I.g.t TOSCANA Bianco dal 2020

Il nostro vino bianco è ottenuto da uve Vermentino reale (95%), varietà di vermentino tipica, se non esclusiva, delle colline a ridosso delle città di Carrara e Massa, e Albarola. Una piccola percentuale è rappresentata da uve trebbiano (qui chiamata “trebianina”) e malvasia bianca di Candia.

I pendii destinati alla produzione di uva bianca sono tradizionalmente quelli che guardano a est – sud – est (verso la collina di Stabbio e la strada del “Tiro a Segno”). In inverno questi rilievi beneficiano dell’umidità più accentuata, che favorisce le riserve idriche per l’estate. La ventilazione è costante e consente di preservare la sanità delle uve. Non mancano piante vecchie che crescono nel versante ovest della nostra collina. È chiaro che il tenore di acidità totale del loro frutto sarà minore, poiché la forte esposizione solare pomeridiana accentua il grado zuccherino a discapito dell’acidità. Si compone, quindi, un equilibrio esclusivo tra maturazione e acidità, che ci conduce alla lavorazione di uve eccezionali, che solo la Collina di Moneta riesce a restituire al viticoltore.

La vendemmia avviene manualmente con l’utilizzo di cassette da 15Kg. Le fasi di raccolta si bipartiscono, secondo la nostra concezione di vinificazione in bianco. Infatti, per evitare di aggiungere lieviti selezionati, estranei al nostro terroir, qualche giorno prima della vendemmia raccogliamo, selezionandola, all’incirca il 15% dell’uva, al fine di dare vita al nostro, personale, pied de cuve; operazione essenziale per poter dotare il futuro vino di propria, esclusiva, personalità e per legarlo indissolubilmente al suo territorio.

Due o tre giorni dopo avviene la raccolta definitiva e le uve sono subito pigiate e messe in botti di acciaio inox raffreddate al fine di una prima chiarifica. Nessun coadiuvante è utilizzato in questa fase, salvo modeste dosi di metabisolfito di potassio.

Dopo almeno 36 ore di decantazione il mosto fiore è aggiunto al pied de cuve svinato, in piena fermentazione, ed ha avvio la fermentazione alcolica.

Successivamente il vino viene travasato, lasciato decantare sette o otto giorni e, poi, ulteriormente travasato, per separare le fecce grosse da quelle nobili.

Finito questo passaggio il vino rimane in botte, dove svolge la fermentazione malolattica, fino alla primavera successiva, prima di essere imbottigliato.

Note di degustazione

Il nostro bianco è un vino complesso, che palesa le proprie doti migliori dopo 12/14 mesi dall’imbottigliamento, evolvendo bene fino a 2/3 anni dopo la vendemmia, in dipendenza dell’annata.

La fermentazione condotta con lieviti indigeni privilegia la sapidità e la tipicità del vino, che consentono alle note distintive del vermentino e dell’albarola di essere chiaramente riconoscibili.

Il successivo affinamento e la fermentazione malolattica – la quale viene svolta in dipendenza dell’annata, ed a seconda del suo avvio in modo tassativamente spontaneo – comportano una accentuata evoluzione delle note fruttate e mature del vino, che così accompagna la naturale sapidità a una persistenza fruttata (agrumi, mela, pesca gialla) evidente.

L’acidità rinfrescante e mai invadente accompagna e favorisce la beva.

Si consiglia di servire freddo (8/10 °) e di lasciare che la temperatura salga naturalmente, adeguatamente areando il vino, anche nel bicchiere.

– in foto, un grappolo di vermentino reale, appena raccolto (vendemmia 2018)

Annate

2018 – annata mediamente produttiva, con inverno mite (salvo una parentesi molto fredda a fine marzo 2018) e estate calda, con settembre abbastanza secco. La vendemmia del bianco è avvenuta nella prima metà di settembre e il vino ha sostato 8 mesi sui proprii lieviti, prima di essere imbottigliato nella seconda metà di maggio 2019. Vino che privilegia mineralità, freschezza ed eleganza, con buona possibilità di evoluzione verso note mature nei 14/16 mesi seguenti alla vendemmia. L’utilizzo di lieviti indigeni, naturalmente presenti sulle bucce, assicura una maggiore tipicità e persistenza. In particolare, quest’anno sono ben riscontrabili le note tipiche dell’albarola, sia per i toni cromatici del vino, sia per lo spettro minerale, prevalente rispetto alle note aromatiche, del nostro bianco. Completano il profilo la presenza di note mediterranee, che richiamano salvia e macchia mediterranea, e le tradizionali note agrumate e fruttate (pesca matura).

2019 – annata poco produttiva, a causa di una primavera piovosa e una estate tendenzialmente fresca, terminata con una debole grandinata a settembre, e con un attacco di tignola alla terza generazione. L’uva superstite è andata in maturazione nella terza settimana di settembre, quando si è provveduto a vendemmiare. L’imbottigliamento è avvenuto a aprile 2020. La minore quantità d’uva ha restituito un vino più concentrato, con un profilo olfattivo molto netto, più pronto da bere rispetto ad altre annate. La naturale persistenza, dovuta alla fermentazione con lieviti naturali, accompagna la consueta beva rinfrescante. Si ritrova il profilo di macchia mediterranea.

2020 – La diversa e definitiva conformazione dei terreni aziendali ha determinato una vendemmia del 95% di vermentino, unita a piccole percentuali di trebbiano, malvasia e albarola. L’annata è stata produttiva, e l’estate fresca fino a fine luglio ha restituito un vino con ottima acidità totale (e quindi con esemplare freschezza); il naso è morbido, alternato tra toni agrumati e altri balsamici (anice in avvio poi menta). In bocca il vino è franco, e presenta un finale ammandorlato, tipico del vermentino. Vino pronto da bere ma che può restituire nei prossimi 24 mesi una evoluzione secondaria e terziaria assai interessante (simile al 2019 ma più minerale).

2021 – la raccolta del vermentino è avvenuta alla metà esatta di settembre 2021. La maturazione sembrava essere lenta, poi una sferzata molto calda ad agosto ha sospinto il contenuto zuccherino, consentendoci di vendemmiare con un ottimo equilibrio tra freschezza e struttura. In particolare, il ph di questo vermentino è più basso del solito (intorno ai 3.20), restituendo un profilo vibrante e elegante. Il naso si apre su toni gialli, alternati tra l’agrumato e il floreale, con una nota cremosa. In bocca rivela la sua alcolicità, che, anche se minore rispetto al 2020 (il ’21 si assesta sui 13,5%), sospinge la beva e restituisce un finale sapido, di persistenza che richiama l’agrume avvertito al naso. Fedele all’annata e al territorio.